Gioacchino da Fiore fu uno dei più importanti mistici del XII secolo. Il suo insegnamento influì su vari movimenti religiosi come quello dei Gioachimiti, suoi seguaci, sulle sette dei flagellanti, degli spirituali e dei beghini e su scrittori e pensatori del tardo Medioevo, tra i quali lo stesso Dante Alighieri.
L’opera di Gioacchino da Fiore è basata su una profonda meditazione delle Sacre Scritture, tutta volta alla dimostrazione ed all’annuncio profetico dell’avvento di una nuova era all’insegna del trionfo totale dello spiritualismo. La visione teologica della Storia di Gioacchino si basava su una concezione della triade divina come immagine del corso storico della cristianità. Secondo l’abate, la trinità divina si riflette in tre distinte età della storia. La prima età, che appartiene al Padre, rappresenta la Creazione ed è l’epoca trascorsa dell’antico testamento. La seconda età, quella del Figlio, rappresenta la Redenzione. E’ l’era presente ed è prossima alla conclusione. Infine, la terza età, quella futura, rappresentata dallo Spirito Santo, è l’era della profonda spiritualità.
Gioacchino nacque a Celico tra il 1130 ed il 1140, morì a Canale, Cosenza, nel 1201. Entrò a 25 anni nell’Ordine dei Cistercensi. Trasferito a Corazzo fu ordinato sacerdote e nel 1177 eletto Abate. Nel 1183, durante la sua permanenza nell’Abbazia di Casamari nel Lazio, incontrò il papa Lucio III che gli accordò la “licentia scribendi”. Le sue dottrine ed il suo ideale di vita monastica austera e rigorosa, lo misero in urto con il suo Ordine dal quale nel 1189 si staccò. In quell’anno Gioacchino, profondamente convinto del suo messaggio e ritenendosi “chiamato” ad una vera e propria funzione profetica, fondò una sua congregazione (Congregazione Florense) e recatosi in Sila alla confluenza dei fiumi Arvo e Neto, in località Fiore, edificò un piccolo ospizio. In seguito all’aumentare del numero dei suoi seguaci, iniziò la costruzione di quella che doveva diventare l’Abbazia Madre dell’Ordine Florense.
L’Abbazia venne dedicata a S. Giovanni Evangelista, alla Vergine ed allo Spirito Santo. Intorno all’edificio iniziarono a sorgere le abitazioni di allevatori, pastori, cacciatori, raccoglitori di pece e di tutti coloro che si insediavano in Sila per sfruttarne le grandi risorse naturali. Velocemente si formò un borgo che prese il nome del santo a cui era dedicata la chiesa e del posto sul quale la chiesa fu edificata: San Giovanni in Fiore.
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