Totale votanti 11.159
Voti Barile 6.796
Voti Vaccai 4.182
Altopiano della Sila: natura, cultura, turismo
Totale votanti 11.159
Voti Barile 6.796
Voti Vaccai 4.182
Di seguito riportiamo i testi completi delle risposte, nel convegno organizzato da Assopec, di Bernardo Spadafora, candidato a sindaco nelle elezioni comunali di San Giovanni in Fiore per “Un Patto per la Città”.
Domande ASSOPEC
1. RUOLI, RAPPORTI COLLABORATIVI E ASPETTATIVE TRA AMMINISTRAZIONE COMUNALE E ASSOCIAZIONE
Se l’Amministrazione Comunale deve svolgere quel ruolo sempre più richiestole di essere cioè uno strumento promozionale di sviluppo ne consegue che deve necessariamente procedere avviando una stretta collaborazione con il mondo imprenditoriale locale e quindi con le diverse associazioni di categoria e di conseguenza con ASSOPEC e ciò in quanto sono appunto gli imprenditori ad un tempo i veri protagonisti e i beneficiari della sviluppo.
Non a caso nel programma dei primi 100 giorni della prossima Giunta Comunale prevediamo degli incontri con le associazioni di categoria (Agricoltori, allevatori, forestali, Coldiretti, gestori di attvità turistico-alberghiere, commercianti, artigiani ecc..) allo scopo di prendere conoscenza di eventuali specifici problemi ostacolanti l’esito economico delle imprese, recepire le istanze ed insieme individuare le cause ostacolanti lo sviluppo dei singoli settori d’impresa e prospettare soluzioni progettuali.
In questo contesto un ruolo determinante può e deve essere giocato dalla stessa ASSOPEC in merito alla diffusione ed agli iter procedurali e burocratici connessi per attingere alle risorse finanziarie disponibili per la realizzazione di specifici progetti di sviluppo produttivo, come meglio sarà chiarito nel corso della successiva specifica 3a domanda a proposito del sistema informativo territoriale.
– L’Amministrazione Comunale, da parte sua, può assumersi il ruolo di veicolare i progetti facilitandone il farraginoso e lungo iter burocratico mettendo a punto con l’Ente Parco Nazionale della Sila e con gli Assessorati Regionali competenti una procedura ispirata alla priorità accordata ai Comuni e Province il cui territorio ricade parzialmente o totalmente nel perimetro dei Parchi, nella concessione di finanziamenti statali e regionali per la realizzazione, sul territorio compreso nei confini dei Parchi stessi, di tutto un insieme di opere come il restauro di centri storici, il recupero di nuclei abitativi, lo sviluppo delle attività agricole, forestali e zootecniche, l’agriturismo e quant’altro.
Si tratta di un argomento non meglio approfondito e del quale non esistono precedenti, un argomento comunque del quale il Sindaco della prossima Amministrazione Comunale si deve fare carico per chiarirlo in sede della Comunità del Parco della quale fa parte.
2. SITUAZIONE ECONOMICA AMMINISTRATIVA:BILANCIO E IDEE DI RISANAMENTO, CON QUALI SISTEMI?
Sappiamo tutti che la nostra situazione di bilancio, conseguente alle scellerate e poco oculate amministrazioni precedenti, è drammatica. Malgrado questa premessa, noi, diciamo un no assoluto all’introduzione di nuove tasse o all’aumento di quelle esistenti. La via prioritaria al risanamento e quella del controllo della spesa. Fermare l’incremento della spesa e mirare al risparmio soprattutto dove è possibile senza tagliare sui servizi fondamentali ai cittadini. E’ noto, in termini di servizi, i sangiovannesi, danno molto e ricevono molto poco. Sono proprio curioso di mettere le mani sulla contabilità comunale per vedere come sono gestiti i nostri soldi! E’ possibile, ad esempio, ottimizzare l’utilizzo del patrimonio immobiliare del comune per ridurre le spese di affitto che storicamente hanno gravato in modo significativo sul bilancio comunale. Vanno studiate pure le possibilità di sfruttamento economico delle nostre risorse naturali magari attraverso convenzioni con privati o creando società miste (pubblico-private) salvaguardando comunque e sempre l’integrità delle stesse risorse.
3. SISTEMA INFORMATIVO TERRITORIALE (S.I.T.) DI SAN GIOVANNI IN FIORE: PIANO STRUTTURALE COMUNALE (PSC) E ALTRI PIANI COLLEGATI
Siamo a conoscenza che sin dal febbraio 2009, quindi durante la gestione Amministrativa guidata dal Sindaco Nicoletti, si è provveduto ad attivare un sito istituzionale online del Comune di San Giovanni in Fiore nell’ottica di una comunicazione immediata ed efficace tra l’Amministrazione e i cittadini mediante un accesso rapido alle informazioni ed ai servizi comunali.
Attraverso questo sito è possibile, in teoria, potere:
· Accedere ai servizi di Autocertificazione, Consultazione dati contributivi, Servizi tributari, Visure camerali, Visure catastali, Calcolo ICI e Tarsu,
· Visualizzare bandi, concorsi e atti in uscita presso l’Albo pretorio;
· Consultare e scaricare la modulistica relativa ai diversi uffici;
· Comunicare e interagire, in maniera semplice ed immediata, con gli amministratori e gli uffici comunali;
· Conoscere gli eventi e gli appuntamenti in programma sul nostro territorio e accedere alle informazioni turistiche
Inoltre per potere consultare specifiche mappe gli utenti possono fruire dell’accesso libero per consultare:
· Carta tecnica comunale
· Toponomastica
· Carta turistica
· Numerazione civica
· Piano Strutturale Comunale
· Ortofotopiano digitale
· Modello Digitale del Terreno (DEM)
· Catasto mappale e alfanumerico.
Con accesso riservato a dipendenti dell’Amministrazione. ed a professionisti autenticati è possibile consultare quindi anche il Catasto e definire la stampa del Certificato di Destinazione Urbanistica.
Dalle informazioni di cui siamo in possesso ci risulta che il sistema informativo messo in piedi dovrebbe in linea di massima funzionare, almeno per quanto riguarda l’accesso da parte degli stessi dipendenti comunali e di quei cittadini in possesso di un computer ed in grado di potere “navigare”. Il problema è per tutti gli altri cittadini sprovvisti del mezzo informatico e quindi costretti a recarsi direttamente agli sportelli comunali per attingere le notizie di cui hanno bisogno: sono gli ovvi limiti della reale fruizione di tecnologie avanzate.
Poiché si tratta dell’informazione io vorrei invece approfittare per attirare l’attenzione dei colleghi candidati Sindaci – almeno per il momento credo ci possiamo considerare colleghi – sul problema relativo alla informazione del Programma di Sviluppo Rurale, il cosiddetto PSR, quello che di fatto più immediatamente interessa lo sviluppo del nostro territorio, se è vero come è vero, che tale sviluppo è essenzialmente basato sullo sviluppo delle attività agrosilvopastorali, sul quale ci troviamo credo tutti d’accordo.
Il PSR della Calabria affinché possa raggiungere gli obiettivi previsti non può prescindere da una corretta e ampia attività di informazione e pubblicità.
Essa potrà avvalersi – almeno così si legge – eventualmente di strutture esterne selezionate attraverso apposita gara(??)
Il Programma vede il coinvolgimento a vari livelli di diversi soggetti centrali e locali. Questi ultimi dovrebbero fungere da collegamento tra la struttura centrale di indirizzo e controllo e il territorio in tutte le sue componenti.
Data la specificità del PSR le attività di informazione e pubblicità vengono programmate a diversi livelli.
Un primo livello è realizzato direttamente dall’Autorità di gestione (con sede a Catanzaro) e riguarderà l’attività di comunicazione del Programma in generale. Un secondo livello di comunicazione dovrebbe essere prodotto e gestito dalle singole aree e avrà come obiettivo quello di informare e pubblicizzare il PSL e le relative modalità attuative.
Le azioni informative e pubblicitarie riguardano, nello specifico, gli interventi strutturali del Fondo Europeo Agricolo di Sviluppo Rurale (FEASR) e si riferiscono al PSR, ai bandi e inviti per la presentazione di progetti.
Dove “casca l’asino” – diciamo così – è proprio su questo ultimo punto a proposito dei bandi e degli inviti per la presentazione di progetti. Mi risulta, per esempio, che alcuni bandi per accedere alle misure relative ai miglioramenti fondiari o a quelle relative alla riqualificazione delle aree boschive (che potevano interessare la riqualificazione di alcuni boschi di proprietà del Comune) sono già scaduti e bisognerà attendere il prossimo anno per una non certa riapertura, e tutto ciò senza che i potenziali fruitori ne venissero informati!!!
A nulla ha valso sotto questo profilo l’opportuna apertura, con un modesto contributo del Comune, di uno specifico sportello presso la sede dell’ASSOPEC: le informazioni circa i bandi per la presentazione dei progetti avrebbero dovuto essere preventivate a tempo debito per dare la possibilità agli eventuali fruitori di predisporre a tempo i progetti ed a tempo presentarli, e comunque avrebbero dovuto arrivare direttamente a conoscenza dei beneficiari. Certo non è realizzabile un “porta a porta” ma forse qualcosa in più avrebbe potuto essere fatto.
4. STRUMENTI PROGETTUALI DI CONTRASTO AL LAVORO PRECARIO
Parafrasando la domanda, equivale a dire: come creare nuovi posti di lavoro continuativo?
A mio avviso non ci sono altre alternative che promuovere progetti produttivi sia a livello privato che pubblico.
A livello privato si tratterà essenzialmente di progetti di sviluppo rurale che possano anzitutto fruire degli incentivi contributivi e creditizi messi a disposizione dal Programma di Sviluppo Rurale (PSV) con tutte le riserve espresse circa la diffusione delle informazioni in merito ai bandi di cui alla 3a domanda.
Nella specifico si tratterà di quell’insieme di interventi più conosciuti come “di miglioramento fondiario agrario” che siano in grado di riconvertire le tradizionali medie e piccole aziende silane ancora ancorate a sistemi colturali estensivi basati essenzialmente sul tradizionale avvicendamento patate/cereali.
Nel corso del Convegno tenuto lo scorso mese di novembre al Polifunzionale sul tema “Parco Nazionale della Sila ed Attività Agrosilvopastorali” è emerso che l’agricoltura silana per reinserirsi in un circuito economicamente produttivo che tenga conto delle mutate condizioni socioeconomiche e di mercato non può che essere anzitutto: “diversificata”, “integrata”, “ecocompatibile ed “ecosostenibile”, “semintensiva”.
Ci chiediamo: è possibile realizzare in Sila aziende di questo tipo? Certamente sì! Come dimostra l’azienda dei fratelli Arcuri in località Serrisi (Giuseppe è candidato nella nostra lista “Un Patto per la Città”) che con spirito d’avanguardia non solo hanno mantenuto indiviso il podere ereditato dal genitore assegnatario poderista dell’O.V.S., ma ne hanno ampliando la base aziendale prendendo in affitto altri terreni, praticano l’agricoltura biologica della fragola, integrano l’agricoltura con l’allevamento di maiali da ristallo e pollame, producono patate pregiate e frumento in cultura semiintensiva.
A livello pubblico è certamente ben più difficile realizzare progetti produttivi nell’ottica di creare nuovi posti di lavoro.
Fermo restando comunque il miglioramento ed il rafforzamento di alcuni servizi pubblici che possano creare le condizioni per un maggiore impiego di manodopera, qualche possibilità ancora sussiste circa la riqualificazione di alcune aree boschive di proprietà comunale che può trovare un supporto finanziario e creditizio facendo appello ad alcune misure specifiche previste da PSR regionale.
Si tratta di dare corso ad un’idea di progetto identificata dal compianto Vincenzo Morrone, attento silvicoltore della nostra comunità, relativa appunto alla riqualificazione di alcune aree boscate, di superfici accorpate di proprietà del Comune, circa 400 ha, escluse quelle ricadenti nella zona A del Parco Nazionale, altri circa 300 ha, attingendo ai finanziamenti del PSR previsti nelle misure 122, 123, 226, 227, nonché a quelle previste per incentivare lo sviluppo turistico in quanto il progetto può anche prevedere la realizzazione di una sentieristica per mountain bike e trekking così come il Sentiero Volpintesta, all’interno del territorio del nostro Comune, realizzato dall’Associazione “MTB Gran Bosco d’Italia” in collaborazione con il Parco Nazionale della Sila e con il CAI: un esempio di come possono essere valorizzati e fruibili alcune aree del territorio comunale, come quelle boscate di proprietà dello stesso Comune.
5. PIANO DI SVILUPPO COMMERCIALE COMUNALE
A San Giovanni in Fiore, ormai non possiamo contare più sulla molla economica rappresentata dall’edilizia. Ci sono case per un numero di abitanti quattro volte e più quelli del nostro comune. A questo punto, è ovvio, che il commercio e il turismo non possono che essere i settori portanti della nostra economia locale. In questa occasione parleremo dello sviluppo commerciale della città ma abbiamo idee chiare, come si evince dal nostro programma, anche per l’incentivazione del settore turistico e quello agricolo. C’è da dire che in oltre 50 anni di amministrazione di sinistra, il commercio a San Giovanni in Fiore è stato vittima di un ostracismo ideologico che ne ha ridotto drasticamente le potenzialità. Il crimine più grande è stata la mancata adesione alla provincia di Crotone, malgrado i risultati positivi di un referendum, vi ricordo che abbiamo ottenuto quasi l’80% di voti favorevoli all’adesione, di cui il sottoscritto è stato uno dei maggiori promotori. E’ banale, ma serve ricordarlo, che il nostro circondario ha, anche se negli ultimi anni si è ridimensionato, un ruolo chiave nel successo delle nostre imprese commerciali. Perchè signori, lasciatemi esprimere terra terra, non ci sono formule magiche, il commercio si sviluppa se ci sono utenti, se c’è qualcuno che acquista! I nostri acquirenti, parlo come piccolo commerciante quale sono, dobbiamo andarceli a trovare. Dobbiamo cercarli, innanzi tutto, nel circondario poi tra i nostri emigrati legati ai nostri luoghi e ai nostri usi e costumi, dobbiamo cercarli tra i potenziali fruitori delle nostre immense risorse naturali, quindi il turismo, dobbiamo cercarli usando le nuove tecnologie: la distribuzione sulla rete internet. In tutto questo, l’amministrazione sia locale che regionale, deve avere un ruolo centrale di stimolo, di incentivazione, di indirizzamento. Fino adesso siamo stati solo ostacolati!
Vorrei spendere alcune parole anche su un mio vecchio progetto infranto sugli scogli duri eretti da amministrazioni poco ricettive e ideologizzate. Ho sempre proposto di progettare l’avvio nel comune di un mercato ortofrutticolo. Avrebbe ricadute notevoli sui settori turistico, agricolo e commerciale. Richiamerebbe turisti dai luoghi di villeggiatura più vicini come Lorica, Camigliatello e Villaggio Palumbo. Sarebbe lo sbocco naturale per tutti i prodotti agricoli, artigianali e gli stessi funghi raccolti nella nostra zona e in quelle limitrofe. Avrebbe importanti ricadute occupazionali. ovviamente si dovrebbero salvaguardare i legittimi interessi delle imprese preesistenti prevedendo un loro accesso prioritario. Ma, soprattutto, sarebbe un servizio commerciale straordinario per tutti i cittadini sangiovannesi e quelli dei paesi vicini.
Per quanto ciò detto, il settore terziario e in particolare il commercio, non può prescindere da quello che è il suo strumento principe, appunto il piano di sviluppo commerciale comunale conforme al dettato della legge regionale n. 17 del 1999. Un piano che regolarizzerebbe, normalizzerebbe e sarebbe come linfa vitale del settore commercio. Uno strumento da troppo tempo mortificato, depotenziato, boicottato, reso inerme dall’ottusità di una classe politica incapace di produrre sviluppo.
6. DECORO URBANO E REGOLAMENTAZIONI INERENTI IL COMMERCIO SU AREE FISSE E/O PUBBLICHE
Per una città a vocazione turistica come la nostra quello del decoro urbano non è solo un’esigenza intima di ogni cittadino che aspira a vivere in un luogo pulito ed ordinato ma la necessità di accogliere l’ospite che viene da fuori o l’emigrato che ritorna alle sue origini nel modo più opportuno. San Giovanni in fiore è una città ricca di storia, le sue vie e le sue piazze, soprattutto quelle del centro storico, rispecchiano i fasti del suo passato. I confini del tessuto urbano si fondono con una natura vergine e incontaminata. I cittadini sono i primi fruitori di questa bellezza ed è giusto che vengano responsabilizzati nel mantenerla. E’ importante che anche l’amministrazione faccia la sua parte e non solo comminando sanzioni a coloro che non rispettano le regole del vivere civile. L’amministrazione può dare l’esempio curando le facciate degli edifici, in particolare quelli storici, di sua competenza, può intervenire con sistematicità sulle buche stradali, problema irrisolto da sempre, può concedere sgravi fiscali e/o contributi a coloro che ristrutturano le facciate delle loro abitazioni nel centro storico. La lotta alle discariche abusive deve essere implacabile!
Per commercio su area pubblica, si intende, l’attività di vendita di merci al dettaglio e la somministrazione di alimenti e bevande effettuata sulle aree pubbliche. Quindi, a questo riguardo, la nuova amministrazione e soprattutto il nuovo sindaco, devono avere il coraggio civile e politico di fermare ogni tipo di abuso, di porre rimedio con forza alle forme di commercio selvaggio e irregolare che utilizzano in modo improprio le aree pubbliche che devono essere assicurate alla fruizione di tutti i soggetti interessati, il modo legale e paritario.
7. SFRUTTAMENTO SOSTENIBILE DEL PATRIMONIO COMUNALE, SIA IMMOBILIARE CHE TERRITORIALE
Più che di sfruttamento sostenibile parlerei piuttosto di utilizzazione sostenibile.
Ciò premesso, circa il patrimonio comunale immobiliare posso dire ben poco in quanto non sono al corrente della sua reale attuale consistenza ed ubicazione salvo l’ex palazzo De Marco attualmente adibito a Biblioteca Comunale e l’ex palazzo Romei in Piazza Abate Gioacchino che ospiterà altri servizi comunali, ed infine un capannone in periferia del paese che potrebbe più opportunamente essere destinato alla creazione di un mercato ortofrutticolo da dare in gestione ad una associazione informale di agricoltori, dando loro la possibilità di vendere direttamente i loro prodotti senza l’intervento di intermediari e quindi contenendo i prezzi a beneficio dei consumatori.
Qualcosa posso invece dire per quegli immobili di servizi realizzati nei 5 villaggi dell’O.V.S., attualmente ARSSA, e passati in proprietà del Comune. Una volta ripresone il possesso, tali strutture potrebbero essere più opportunamente utilizzabili in maniera produttiva per migliorare la ricettività turistica. Sarebbe questa, certamente, una utilizzazione sostenibile che avrebbe un triplice vantaggio: in primo luogo quello di una valorizzazione produttiva di immobili al momento disusi e che rischiano sempre più di deteriorarsi; in secondo luogo di migliorare la ricettività della Sila per un flusso turistico giovanile sempre più alla ricerca di luoghi genuini, ricchi di risorse paesaggistiche tutte da scoprire, ancora non contaminati da iniziative ed interventi di pericolosa modernizzazione; infine creare una piccola fonte di guadagno integrativo per le famiglie degli ex poderisti incoraggiate a frequentare i villaggi almeno durante il periodo estivo.
Circa poi l’utilizzazione del patrimonio territoriale di proprietà del Comune, che si identifica sostanzialmente con delle superfici prevalentemente boscate di una estensione di circa 700 ha, dei quali circa 300 vincolati in quanto ricadenti nella zona A del Parco Nazionale della Sila, quella di rilevante interesse naturalistico, per quanto riguarda l’utilizzazione sostenibile dei rimanenti 400 ha circa, vale quanto detto a proposito di farne oggetto di uno specifico progetto di riqualificazione e valorizzazione secondo quanto a suo tempo suggerito dal compianto compaesano Vincenzo Morrone.
8. ELEMENTI PRIMARI PER PUNTARE AL CONCRETO SVILUPPO TURISTICO
L’inscindibile binomio Turismo e Ambiente presuppone lo sviluppo non già di un Turismo di tipo tradizionale, ma piuttosto di un “ecoturismo” che si identifica In “un modo di viaggiare responsabile in aree naturali, conservando l’ambiente in cui la comunità locale ospitante è direttamente coinvolta nel suo sviluppo e nella sua gestione, ed in cui la maggior parte dei benefici restano alla comunità stessa”come definito dall’Associazione Ecoturismo Italia, referente italiano della Società Internazionale dell’Ecoturismo
I risultati auspicabili di questo tipo di Turismo possono così essere riassunti:
– compatibilità ambientale e socio-culturale;
– apporto di benefici per i progetti di protezione dell’ambiente e per la popolazione locale
– accrescimento della consapevolezza ambientale e maggiore accettazione della conservazione della natura come uso del territorio proficuo e adeguato
Un ecoturismo dunque quale settore strategico e volano trainante dell’economia del territorio nel suo complesso, non solo quindi delle stesse attività primarie agrosilvopastorali ma anche di quelle ad esse connesse o da queste indotte.
A titolo di esempio delle opportunità che il territorio può offrire cito anche la possibile riqualificazione della ricettività turistica in Sila, mediante l’utilizzazione dei 5 villaggi O.V.S., destinandoli a case vacanze, e favorendo la ricettività diffusa come “bed and breakfast, i villaggi-albergo e gli agriturismo, così come dimostrano timide iniziative in tal senso già avviate nei villaggi Germano, Serrisi e Rovale, iniziative che andrebbero incoraggiate, sostenute e meglio incentivate.
I progetti per il finanziamento di questi tipi d’interventi possono trovare copertura di sostegno finanziario nelle misure 3.1.1. diversificazione delle attività dell’impresa agricola e 3.1.2. sostegno allo sviluppo delle micro imprese artigianali, commerciali e del turismo di cui al Programma di Sviluppo Rurale 2007 – 2013 (PSR) della Regione Calabria che gestisce uno dei Fondi Strutturali dell’Unione Europea, il cosiddetto Fondo europeo agricolo di sviluppo rurale (FEASR) che contribuisce alla promozione dello sviluppo rurale sostenibile nell´Unione.
Per sviluppare questo tipo di Turismo è necessario stabilire un rapporto di collaborazione non solo con l’Ente Parco Nazionale della Sila partecipando al Forum del Parco e aderendo per questo tramite alla Carte Europea del Turismo Sostenibile, ma anche con il “Parco Letterario Old Calabria – di Torre Camigliati capace di sensibilizzare e canalizzare un flusso turistico internazionale più disponibile a cogliere non solo gli aspetti paesaggistici ma anche culturali dei luoghi da visitare, e con la Lega Ambiente da sempre presente sul territorio con attività tese alla conservazione ed alla eco-fruizione delle risorse naturali e paesaggistiche.
Senza volere entrare nel merito della vicenda del realizzando Museo della Biodiversità, sarebbe quanto mai auspicabile trovare una soluzione, rivedendo eventualmente questo contratto: poterne disporre creerebbe certamente opportunità non solo culturali ma anche di attivare e canalizzare un tipo di turismo scolastico-educativo.
9. LEGGE NAZIONALE “CODICE DEI CONTRATTI PUBBLICI”
Per chi non lo sapesse, il “Codice dei Contratti Pubblici”, noto anche come Codice degli Appalti, è un decreto legislativo del 2006, successivamente modificato, che disciplina l’assegnazione di lavori, servizi e forniture pubbliche. La normativa è stata emanata, in attuazione di due direttive CE del 2004, per prevenire forme di corruzione e illeciti nella pubblica amministrazione che ovviamente, sono sempre legati alla discrezionalità degli amministratori. Il regolamento attuativo della normativa è stato approvato nella forma definitiva verso la fine del 2007.
La legge prevede che i concorrenti negli appalti pubblici devono dimostrare di possedere i requisiti di capacità economica e tecnica per far fronte agli impegni derivanti dall’eventuale assegnazione, con una serie di documentazioni.
Da parte loro, le amministrazioni, non devono pretendere requisiti eccessivi e sproporzionati rispetto all’oggetto dell’appalto. E’ quello che viene definito “Principio di Proporzionalità”. Questo sistema previene che gli appalti siano vinti esclusivamente da soggetti molto forti e in regioni come la nostra, dove la ‘ndrangheta’ detta legge, tale principio è molto importante!
Le amministrazioni devono indicare nei bandi i criteri di valutazione che non si riducono al semplice prezzo ma tengono conto di una serie fattori come la qualità, l’estetica, il pregio ecc ecc, ma soprattutto, per le nostre zone, l’impatto ambientale. E’ possibile richiedere un livello di qualità minimo.
Il Codice dei Contratti Pubblici, dispone l’effettuazione di controlli a campione in merito ai requisiti dichiarati dai concorrenti.
Siccome questo è un incontro politico e non un esame di diritto amministrativo, non voglio ulteriormente approfondire la normativa ma, ci tengo a precisare, che in caso di mia elezione, mi atterrò fedelmente a questa legge; non solo, ma pretenderò che si valuti l’impatto ambientale delle opere pubbliche vista la vocazione turistica del nostro territorio e mi adopererò per pubblicizzare al massimo, magari utilizzando dei siti web, tutte le operazioni di acquisto di beni e servizi.
10. SFRUTTAMENTO FONDI STRUTTURALI COMUNITA’ EUROPEA
I Fondi strutturali, come sappiamo, sono lo strumento finanziario della politica regionale dell’Unione Europea destinato a ridurre il divario dei livelli di sviluppo socio-economico tra le varie Regioni, promuovendo la crescita di quelle meno favorite, al fine di rafforzarne la coesione economica e sociale. I Fondi strutturali vengono riprogrammati ogni sette anni e approvati dalla Commissione Europea, e vengono erogati tramite la mediazione delle autorità nazionali, regionali o locali
La nuova programmazione per il 2007-2013) ridisegna la politica di coesione nel contesto dell’Europa allargata a 27 e si ispira agli orientamenti delineati dalla Strategia di Lisbona per la crescita, la competitività e l’occupazione.
La nuova programmazione 2007-2013 prevede una semplificazione rispetto al periodo precedente 2000-2006 in riferimento soprattutto alla struttura generale degli obiettivi e agli strumenti finanziari a disposizione. I fondi a disposizione sono 5: Fondo di coesione, Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), Fondo sociale europeo (FSE) che sostiene le politiche riguardanti la promozione e il miglioramento dell’occupazione, della qualità e della produttività del lavoro; Fondo europeo pesca (FEP) e il Fondo europeo agricolo di sviluppo rurale (FEASR) che contribuisce alla promozione dello sviluppo rurale sostenibile nell´Unione Europea. E’ quello che punta a migliorare la competitività dei settori agricolo e forestale, l’ambiente e la gestione dello spazio rurale nonché la qualità della vita e la diversificazione delle attività nelle zone rurali, e quindi, come tale, quello che interessa lo sviluppo del nostro territorio e gestito dal Programma regionale di Sviluppo Rurale – PSR 2007-2013
Obiettivi
L’azione dei Fondi strutturali nella nuova programmazione contribuisce al conseguimento di tre obiettivi:
1. l’obiettivo Convergenza (relativo a FESR, FSE e Fondo di coesione) intende favorire lo sviluppo delle Regioni meno avanzate
2. l’obiettivo Competitività regionale e occupazione (relativo a FESR e FSE) mira a rafforzare la competitività delle regioni nonché l’occupazione a livello regionale;
3. l’obiettivo Cooperazione territoriale europea (relativo al FESR) intende promuovere la cooperazione transfrontaliera mediante iniziative congiunte a livello locale e regionale.
Un’ulteriore novità della nuova programmazione 2007-2013 consiste nell’adozione, da parte della Commissione Europea,
di tre nuove iniziative di coesione, le cosiddette tre “J”:
* Jaspers (Joint Assistance to Support Projects in European Regions) promuove assistenza congiunta per sostenere progetti nelle regioni europee,
* Jeremie (Joint European Resources for Micro to Medium Enterprises) garantisce risorse congiunte europee per micro, piccole e medie imprese;
* Jessica (Joint European Support for Sustainable Investment in City Areas) offre supporto congiunto europeo per investimenti sostenibili nelle aree urbane.
CHI SONO
Sono Bernardo Spadafora, candidato a sindaco nel comune di San Giovanni in Fiore, per la lista civica “Un Patto per la Città”.
Iscritto al Movimento Sociale Italiano praticamente adolescente, quando i militanti di destra sangiovannesi si contavano sulle dita di una sola mano, ho aderito successivamente ad Alleanza Nazionale rivestendo ruoli di prestigio nel partito finiano. Sono stato consigliere comunale a San Giovanni in Fiore e consigliere nella Comunità Montana Silana. Non ho accettato di confluire nel PDL e i fatti, permettetemi l’immodestia, mi hanno dato ampiamente ragione.
LE MIE BATTAGLIE
Tra le mie battaglie, ricordo
quella per l’adesione alla provincia di Crotone vinta con un risposta popolare di quasi l’80% (il referendum è stato annullato successivamente in modo pretestuoso);
quella per portare la sede del Parco della Sila a Lorica nel territorio di San Giovanni in Fiore, vinta grazie alle mie pressioni sul ministro Matteoli e sugli amici di partito del crotonese e del catanzarese, grazie ai quali mettemmo in minoranza la sinistra cosentina che aspirava ad un’altra soluzione;
quella per precludere la possibilità ad oltre 30 comuni della provincia di Cosenza di scaricare il loro rifiuti nel territorio della nostra città. Questa lotta per me è ancora in corso anche se per altri è finita in sospetto dimenticatoio.
PERCHE’ MI CANDIDO
La mia candidatura nasce per fare chiarezza in un quadro politico di estrema fragilità che vede la transumanza di tanti spregiudicati transfughi che senza alcun ritegno migrano, ormai a cadenza stagionale, dal centrosinistra al centro destra o viceversa. Tutto questo crea un grave stato di disagio negli elettori sempre più confusi e disorientati. Metto, inoltre, a disposizione della comunità la mia esperienza politico-amministrativa, le conoscenze e i rapporti consolidati negli anni con diversi esponenti dell’amministrazione regionale con i quali promuoveremo iniziative per lo sviluppo del territorio.
La nostra città, come è noto, ha subito nel corso di decenni di scellerata amministrazione la privazione di importanti e fondamentali presidi istituzionali mentre, le attività private, dal commercio all’artigianato, invece di essere incentivate hanno subito l’ostracismo di amministratori miopi ed incapaci. Le speranze di un cambiamento, effetto di un voto liberatorio, sono state disattese e tradite da un atteggiamento timido e deficitario dell’ultima amministrazione che non ha prodotto nessuna reale discontinuità con il passato.
Se eletto, attiverò un confronto franco e se necessario aspro e senza subordinazione politica, con tutti gli enti territoriali come provincia, regione e governo nazionale per difendere gli interessi legittimi del nostro territorio troppe volte disattesi e svenduti. Insieme al valido gruppo che rappresento ci attiveremo sia per la difesa dei presidi preesistenti che per la promozione di iniziative e progetti che attraverso la salvaguardia e l’utilizzo ottimale delle nostre ingenti risorse naturali, siano volti allo sviluppo economico e al benessere della nostro comunita’.
A distanza di quasi 15 anni dal referendum sull’adesione di San giovanni in Fiore alla allora nuova provincia di Crotone, ormai il tema è passato di attualità e neanche in occasione delle prossime amministrative non c’è alcun politico che ne faccia cenno. La vicenda, che ha visto una grande risposta popolare che ha sfiorato l’80 per cento a favore dell’adesione, ha avuto un epilogo triste e antidemocratico. Il referendum è stato annullato con un pretesto. I fatti sono stati ricostruiti nell’opera multimediale su CD del 1999 di Luigi Spadafora dal titolo “San Giovanni in Fiore e Dintorni”. Riportiamo di seguito il documento.
Se dovessimo tracciare, con un compasso, su una cartina geografica della Calabria, una circonferenza con centro S. Giovanni in Fiore e un raggio corrispondente a 15 Km, ci accorgeremmo che nell’area del cerchio così ottenuto tutti i centri abitati fanno parte della nuova provincia di Crotone. Basterebbe solo questo a dimostrare che la provincia naturale del grosso centro silano non è certamente quella di Cosenza.
Quando fu ventilata l’ipotesi che la città di Crotone potesse diventare capoluogo di provincia molti sangiovannesi si convinsero che l’eventuale adesione alla nuova provincia avrebbe portato a San Giovanni in Fiore molti vantaggi e rotto, finalmente, il tradizionale isolamento del paese montano.
La città di Gioacchino si sarebbe unita al suo circondario con forti ricadute positive. Si sarebbero consolidati i presidi sanitari e scolastici, molti utenti dei quali provengono dall’alto crotonese. Si sarebbe intensificato l’interscambio commerciale e San Giovanni in Fiore, forte del suo grande terriotorio e del numero dei suoi abitanti, avrebbe finito per avere un ruolo centrale nella nuova provincia aspirando ad ottenere tutti quei presidi istituzionali che gli sono stati negati o tolti.
Queste idee furono rigettate in blocco dagli amministratori e da esponenti di partito che vedevano nell’adesione alla provincia di Crotone uno stravolgimento degli equilibri politici esistenti. Si temeva, in pratica, la perdita di alcuni incarichi politici e sindacali a livello provinciale e la rottura di legami politico-personali, consolidati nel tempo, con referenti provinciali cosentini.
La discussione venne congelata e il 6 marzo 1992, con il D.L. n. 249, si istituì la Provincia di Crotone senza che il Consiglio Comunale di San Giovanni in Fiore avesse affrontato il dibattito per l’eventuale adesione.
Ma i sostenitori del progetto non si dettero per vinti, costituirono un comitato apolitico e continuarono nella loro campagna di sensibilizzazione della popolazione. Finalmente, dopo le forti pressioni del Comitato Pro-Crotone, delle opposizioni e dei sindaci dei paesi del circondario, gli amministratori di San Giovanni in Fiore, indirono, per il 30 novembre 1997, il referendum per l’adesione alla provincia di Crotone.
I sostenitori dell’adesione scesero in campo organizzando numerosi convegni e producendo decine tra manifesti, volantini e interventi nei media locali al fine di convincere la popolazione della opportunità della scelta crotonese.
Gli oppositori del progetto, a corto di ragioni confessabili, scelsero la via del boicottaggio del referendum. Venne scelta una data in cui la popolazione del comune si riduce per la partenza dei numerosi studenti universitari e dei lavoratori impegnati altrove. Venne ridotto il numero delle ore disponibili per votare, chiudendo i seggi alle ore 20 invece che alle convenzionali ore 22. Invitarono la popolazione a disertare le urne e organizzarono un vergognoso “picchettaggio” dei seggi per intimidire i cittadini orientati ad esprimere il loro parere con il voto.
Malgrado tutto questo il risultato fu eclatante! Si recarono a votare 7.227 cittadini di cui ben 5.456, pari al 77,57%, si dichiararono favorevoli alla adesione di San Giovanni in Fiore alla nuova provincia di Crotone. Ma questo non bastò: i contrari al progetto pro-Crotone, con il pretesto del mancato raggiungimento del quorum, chiesero l’invalidazione del referendum.
La vicenda ebbe, probabilmente, il suo epilogo nella storica seduta del Consiglio Comunale del 16 gennaio 1998. L’aula del Consiglio Comunale era gremita di cittadini indignati e malgrado la blindatura del municipio ad opera delle forze dell’ordine, dei vigili urbani e delle guardie di finanza locali ci furono momenti in cui si rischiò la ribellione.
Gli esponenti della sinistra nel tentativo, poco dignitoso, di inventare ragioni a sostegno della permanenza nella provincia di Cosenza scivolarono ripetutamente nel ridicolo.
Il gruppo consiliare di Alleanza Nazionale, nelle persone di Francesco Martire e Bernardo Spadafora, sostenendo che non aveva senso parlare di nullità di un referendum consultivo, chiesero al Consiglio di prendere atto degli inequivocabili risultati referendari e presentarono una mozione di adesione di San Giovanni in Fiore alla provincia di Crotone.
Nessuno dei partiti presenti nel Consiglio votò a favore di questa mozione. Non votarono a favore neppure i rappresentanti del PPI che, pur vantandosi di possedere la primogenitura del progetto pro-Crotone, preferirono non spaccare la maggioranza di centro-sinistra preservando qualche poltrona. Giustificarono il loro “no” alla mozione perché questa, a detta loro, proveniva da destra.
Nel cuore della notte, alle ore 2 del 17 gennaio 1998, dopo che i consiglieri di A.N. avevano abbandonato la seduta in segno di protesta, il Consiglio Comunale votò l’annullamento del referendum per l’adesione di San Giovanni in Fiore alla provincia di Crotone consumando un altro crimine ai danni della popolazione silana.
Alcuni giorni dopo giunse, da Roma, la notizia ufficiale che la Pretura di San Giovanni in Fiore sarebbe stata chiusa: non esistevano, secondo i parametri del ministero, i numeri per tenere, nel centro silano, questo importante presidio che operava dal lontano 1840.
Si chiude come meglio non poteva, la stagione agonistica 2010/11 per lo sci di fondo calabrese: lo Sci Club Montenero porta a casa i titoli di Campioni Interregionali sbaragliando sulle piste di Colle Ruggio – Pollino, gli atleti Lucani.
E la soddisfazione è ancora più grande perché dopo la penultima gara svoltasi a Terranova di Pollino, in testa sembravano proiettati proprio i portacolori del Pollino, forti di un vantaggio di quasi 800 punti complessivi, ma soprattutto favoriti dal dovere affrontare in casa proprio la gara finale. Invece, a guastare la festa lucana che sognava un ritorno alla vittoria dopo anni di assenza dal vertice, è arrivata una prova eccezionale dei lupacchiotti silani di San Giovanni in Fiore. Una serie di prestazioni massimali studiate in ogni particolare, con una condotta di gara veramente molto tattica hanno fatto stravincere le gare individuali a molti dei ragazzi del Presidente Romano, consentendo così un accumulo tale di punteggi che alla fine ha visto svettare il Montenero con 4356 punti contro i 3682 del Terranova. Alla lettura della classifica finale un vero boato ha invaso la gremitissima sala delle premiazioni messa a disposizione dall’organizzazione dello Sci Club Rotonda. Urla di festa e gioia, abbracci e applausi hanno accolto i Campioni 2010/2011. Giusto e meritato premio con annesso titolo è andato a: Giovanni Romano nei Giovani, Angela Barberio nelle Allieve, Massimiliano Scarcelli nei Ragazzi, Andrea Alessio nei Cuccioli, Alessandro Sinopoli e Gaia Verardi nei Baby. A completare le prestazioni sono poi arrivate gli Argenti di Giulio Gallo, Francesco Bitonti, Francesco Verardi I, Chiara Barberio ed i Bronzi di Giuseppe Silletta, Francesco Verardi II, Maria Alessandra Mirarchi. Una gran bella giornata finita in serata, con un festoso corteo al ritorno nelle mura di casa , che ha letteralmente “invaso” di felicità le principali strade di San Giovanni in Fiore.
Quella che all’inizio sembrava una stagione nera, da dimenticare, per tanti motivi, si è poi invece conclusa in un momento di entusiasmo collettivo. L’entusiasmo che ha coinvolto tutti, atleti, tecnici, dirigenti e genitori, non ha fatto però ingoiare il rammarico di aver dovuto rinunciare all’organizzazione della tappa del Criterium Interappenninico 2011, gara nazionale di sci di fondo, saltata quest’anno per rinuncia del club silano a causa di problemi economici.
Il Circuito nato proprio da un progetto dello Sci Club Montenero, è cresciuto in maniera esponenziale e quest’anno nella finale di Pescocostanzo, svolta a Capracotta e ironia della sorte, affidata come Direzione Tecnica dalla Federazione Italiana al Delegato Nazionale Pino Mirarchi (proprio del Montenero !), ha visto qualcosa come 700 persone interessate alla gara, numeri inusuali per le nostre realtà e che non possiamo permetterci di non osservare.
Le speranze di tutto il movimento sono che il 2012, forti anche di un nuovo progetto che i tecnici del Montenero hanno già presentato alla Federazione Nazionale, possa ritornare nuovamente a San Giovanni in Fiore, sulla Sila, in Calabria, lo sci di fondo nazionale. Un’altra rinuncia non sarebbe giusta e finirebbe per ledere inevitabilmente i quasi trent’anni di lavoro del Montenero per lo sviluppo dello sci e del territorio Silano. Nel frattempo godiamoci i Campioni Interregionali.
L’OSPEDALE NON CHIUDE MA VERRA’ INCREMENTATO CON SERVIZI TERRITORIALI
RICONOSCIUTA ALL’OSPEDALE DI SOVERIA MANNELLI LA PECULIARITA’ DI: OSPEDALE DI ZONA MONTANA
E’ QUANTO PREVISTO DAL PIANO DI RIENTRO VARATO MERCOLEDI’ DALLA NUOVA GIUNTA REGIONALE, GUIDATA DA GIUSEPPE SCOPELLITI, CHE INTENDE DARE, FINALMENTE, UN NUOVO CORSO ALLA RETE OSPEDALIERA E TERRITORIALE CALABRESE NELLA SUA GLOBALITA’.
L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE ACCOGLIE CON SODDISFAZIONE QUESTA DECISIONE CHE RENDE GIUSTIZIA ALLA STORIA ED AL RUOLO INSOSTITUIBILE DI QUESTO IMPORTANTE PRESIDIO SANITARIO ALL’INTERNO DELL’AREA DELL’ALTO REVENTINO.
LA STRUTTURA OSPEDALIERA CONTINUERA’ AD EROGARE PRESTAZIONI DI RICOVERO E DIVENTERA’ POLO DI RIFERIMENTO PER TUTTI I SERVIZI TERRITORIALI CONCENTRANDO IN UNICO LUOGO LE RISPOSTE PER TUTTI I BISOGNI DI SALUTE DEL CITTADINO.
GLI INNOCENTI E GLI IMPUNITI
di MARIO CALIGIURI
OGNI giorno è un bollettino di guerra. L’episodio di Padova descritto in queste pagine conferma che gli orrori sanitari possono essere considerati un’autentica emergenza nazionale. Qualche anno fa l’Associazione italiana di oncologia medica fece sapere che tra gli 80 e i 90 morti al giorno sono causati da errori e disorganizzazione. Secondo la stessa associazione, oltre 300mila sarebbero le persone danneggiate, con costi valutabili in dieci miliardi di euro l’anno, pari all’1% del Pil. Eppure il sistema sanitario italiano assorbe cifre da capogiro e nelle regioni queste spese rappresentano in media i due terzi dei bilanci. Dopo ogni episodio si aprono processi, partono ispettori, si mobilitano commissioni di inchiesta, si leggono dichiarazioni allarmate. Ma di questa legittima indignazione civile poi cosa resta? Pagano i veri colpevoli? E quando?
A VIBO VALENTIA nel 2007 morì la sedicenne Federica Monteleone per una mancanza di corrente elettrica durante una banale operazione di appendicite. Dopo tre anni, il Tribunale ha condannato otto dei nove imputati. Le pene inflitte variano da due anni a un anno e quattro mesi e si è previsto un rimborso di 800 mila euro per le parti civili. Questo è solo il primo grado: poi c’è il secondo e la Cassazione, con i tempi della giustizia a tutti noti.
Occorrono commenti? Dopo le tragedie, i presunti responsabili spesso continuano serenamente a svolgere le loro funzioni. Però a Matera, pochissimi giorni fa, due medici sono stati sospesi in via cautelativa dopo che una donna è morta a seguito di un parto cesareo. Non mi è sembrata finora una pratica molto corrente. E’ inevitabile imbattersi in sbagli e fatalità. Le responsabilità vanno sempre valutate a fondo, caso per caso, senza processi mediatici sommari. E’ sempre importante stabilire se certi errori nascano dalla superficialità, dall’incuria, dalla disorganizzazione. O se invece siano il risultato di carenze strutturali alle quali nemmeno la buona volontà dei singoli (quando esiste) riesce a ovviare.
DI SICURO , una maggiore preparazione, una migliore distribuzione delle risorse e una più accurata organizzazione basterebbero a ridurre le cifre della tragedia. Mancano i dipendenti? Difficile sostenerlo, soprattutto in alcune regioni. Più forte è il problema dell’organizzazione, strettamente legato a quello della selezione dei manager sanitari. Questo è un punto chiave per tentare di frenare una mattanza infinita. Possiamo solo sperare che il dolore di incolpevoli vittime serva a muovere qualcosa. Servono scelte politiche forti. Altro che governicchi.
IL RESTO DEL CARLINO – LA NAZIONE – IL GIORNO
PRIMO PIANO DOMENICA 12 SETTEMBRE 2010 PAGINA 2
Nella nottata di ieri, alcuni testimoni, che si recavano al concerto musicale di Lorica che ha visto la presenza di Carmen Consoli e Paola Turci, hanno assistito ad un insolito fenomeno celeste. Tre oggetti, dall’aspetto di “palle di fuoco”, sovrastavano i boschi della Sila nei pressi del lago Arvo.
Erano disposti a triangolo isoscele, come si nota nella foto pubblicata in basso, ed erano perfettamente immobili. Poi, all’improvviso, la loro formazione è mutata disponendosi in linea retta inclinata. Hanno iniziato ad allontanarsi e, pochi secondi dopo, sono scomparsi nella notte silana. Un altro oggetto li ha seguiti a distanza dileguandosi anch’esso nel buio della notte.
Tutta la provincia ribolle! San Giovanni in Fiore è in fermento!!Sembravano solo voci ma pare che la cosa sia vera. Lo scandalo è esploso, la vicenda è sulla bocca di tutti.
Sembra che la figlia di Mario Oliverio, presidente della provincia di Cosenza, sia stata assunta, o si è in procinto di farlo, come DIRIGENTE nell’ANAS.
Oggi il pettegolezzo ha avuto la sua ufficializzazione: sul Quotidiano della Calabria è stato pubblicato un articolo che riporta la notizia di una interrogazione parlamentare di Antonio Gentile e di altri 12 senatori del PDL al Presidente del Consiglio e al Ministro delle Infrastrutture che denuncia la stasi dei lavori sulla A3 e l’assunzione sospetta.
A San Giovanni in Fiore c’è chi parla apertamnete di organizzare una grande manifestazione davanti al Palazzo della Provincia e di protrarla ad oltranza fino alle dimissioni di Mario Oliverio! Tutti sono stufi della cricca che condiziona la grande cittadina silana. Tutti vogliono liberarsi degli infiltrati nella sanità, nella scuola, nel municipio e in tutti gli altri servizi pubblici che larorano di corcerto favorendo gli amici del capo e colpendo meschinamente i suoi avversari politici.
Ma le reazioni non si registrano solo negli oppositori di Oliverio. La stessa sinistra cosentina è in forte imbarazzo. Per non parlare degli “epurati” politici di San Giovanni in Fiore e provincia. Abbiamo raccolto delle voci a Cosenza dove il sottoscritto è stato esiliato dagli amici di Oliverio perchè politicamente non gradito a San Giovanni in Fiore.
Sono gli stessi compagni di partito del PD che parlano e, questi, sono i toni: “…. il 25 aprile è stato pubblicato il bando, il 26 aprile lo hanno chiuso! Una solo domanda presentata: quella della figlia!”; “Sono due le case che ha a Roma. Una di valore incommensurabile ….”; e via discorrendo.
Luigi Spadafora
29/05/10
Beppe Scopelliti, inarrestabile, travolge Loiero e cancella consegnando alla storia quella che rimarrà per sempre come la giunta degli oltre 30 inquisiti: la giunta di centro-sinistra che ha saccheggiato la sanità calabrese creando un buco stratosferico e avviando alla chiusure almeno 12 ospedali. Il PD calabrese retto da personaggi ambigui come Loiero, Oliverio, Adamo dimezza i propri voti regionali.
Riportiamo di seguito l’articolo apparso su Libero.it
Scopelliti “doppia” Loiero: “Abbiamo sconfitto il malgoverno della sinistra”
La sostanziale tenuta del Pdl e della lista civica rende quasi ininfluente l’apporto dell’Udc. Dimezzato il Pd
Roma – «Siamo stati uno tsunami contro il loierismo. È il più bel segnale da una terra martoriata e mortificata». Esordisce così il vincitore Giuseppe Scopelliti, nuovo governatore di centrodestra della Regione Calabria. I sondaggi lo indicavano come favorito, ma nemmeno lui immaginava uno sfondamento oltre la soglia del 60 per cento considerato che gli avversari erano due: l’uscente Loiero per il Pd e l’imprenditore Callipo per l’Idv.
Il capogruppo del Pdl, Maurizio Gasparri, suo sostenitore, gli ha telefonato per manifestargli il proprio entusiasmo: «Ciao Giuseppe, siamo in diretta di fronte a venti telecamere, ti chiamo per farti gli auguri della vittoria! Complimenti!». A soli 44 anni Scopelliti ha già una vita politica dietro le spalle: segretario nazionale del Fronte della Gioventù, presidente del consiglio regionale calabrese, sindaco di Reggio e coordinatore locale del Pdl. «Non mi aspettavo un’affermazione di queste dimensioni – ha aggiunto – perché qui il centrodestra non ha mai vinto con numeri e proporzioni così grandi. E questo – ha aggiunto – mi riempie di grande responsabilità».
Ma la Calabria è una terra che non ama le mezze misure e chiunque vinca ottiene il proprio personale plebiscito. Lo stesso centrosinistra cinque anni fa si era conquistato il 59 per cento e quindi Scopelliti, primo reggino a guidare l’ente locale, è consapevole del compito arduo che l’attende. «I cittadini – ha rilevato – hanno bocciato una pessima gestione ed hanno dato fiducia ad un’alternativa di governo, ma ora inizia la vera sfida». Un merito, il governatore se lo può già ascrivere: la sostanziale tenuta del Pdl e della lista civica rende quasi ininfluente il 9% dell’Udc.
Dall’altra parte della barricata, invece, è in corso uno psicodramma collettivo. Il Pd è crollato al 16% quando Ds e Margherita potevano contare su una base del 30% circa, l’Idv ha quasi dimezzato i propri voti. Loiero è esterrefatto: «Vince la destra e non riesco a capirne le cause». Poi, però, qualche indizio lo ha fornito. «Abbiamo avuto conflitti interni incredibili e siamo partiti in ritardo», ha precisato riferendosi alla tarantella delle primarie rinviate più volte dal Pd per costringerlo a fare un passo indietro e cercare di agganciare l’Udc.
Il terzo incomodo Callipo s’è dichiarato «soddisfatto», ma Tonino Di Pietro già reclama: «Loiero ha subito una sconfitta pesante perché rappresenta un valore perdente, mentre Callipo era un valore aggiunto. Il Pd ne tragga le conseguenze perché noi l’avevamo avvertito per tempo». La gente, quella che è andata a votare (in Calabria il 59%), si aspetta che Scopelliti cambi la faccia della Regione come ha cambiato quella di Reggio: da capoluogo degradato a perla dello Stretto. Un’impresa che gli è valsa il titolo di primo cittadino più amato d’Italia assieme al leghista Tosi e al pd Chiamparino. «Riscattare la terra» non lo spaventa. E non è un caso che anziché dedicarsi ai festeggiamenti abbia trovato il tempo per ribadire che «manderemo a casa tutti i manager della sanità che hanno dimostrato incompetenza» e che «non esisteranno più clientele e amicizie, premieremo gente di qualità mettendo da parte logiche perverse: la salute dei cittadini non è né di destra né di sinistra».
Il cambiamento di Scopelliti deve giocoforza partire da qui, da una Regione costretta a utilizzare un miliardo di fondi Fas destinati alle infrastrutture per ripianare il buco nero di una sanità che offre ai cittadini ospedali nei quali si rischia di morire anche per le operazioni più semplici. Da una Regione che ha speso solo il 5% dei fondi comunitari a essa destinati. «La Calabria adesso guarderà al Mediterraneo, allo sviluppo che potrà darci benessere proprio grazie alla nostra baricentricità nell’area mediterranea», ha promesso.
I parlamentari locali del Pdl gioiscono. La Calabria, per Jole Santelli «ha ancora voglia di sognare». Per il senatore Tonio Gentile è stata una vittoria «contro i poteri forti». Ma il potere più forte di tutti in loco, quello della ’ndrangheta, Scopelliti lo dovrà combattere assieme al ministro dell’Interno Maroni.
http://www.ilgiornale.it/elezioni_2010/scopelliti_doppia_loiero_abbiamo_sconfitto_malgoverno_sinistra/30-03-2010/articolo-id=433737-page=1-comments=1